Lorenzo Motta, giornalista e titolare di Cartiera Santara, intervista l'artista in una lenta scoperta della sua poetica.
Incontrare un artista è una continua sorpresa: conosci il punto di partenza della conversazione, ma non sai dove può arrivare. Ecco ciò che è successo tra Lorenzo Motta e Denis Riva, in uno stimolante dialogo avvenuto in occasione della personale dell'artista da Cellar "Avanzato stato di composizione", in seguito alla vittoria del Premio SetUp.
Lorenzo Motta
Ti descrivi in un “Avanzato stato di composizione” come situazione in cui ti trovi nel presente. Da dove è partito questo avanzamento, e che evoluzione ha avuto?
Denis Riva
Avanzi di avanzamenti avanzati avanzano, non come avanzi ma come stati di avanzamento. Tutto quello che cerco di costruire e stratificare in uno stato di composizione avanzata, è il frutto di innumerevoli piccoli avanzamenti quotidiani. Ciò che li rende unici e irripetibili sono gli avanzi. Mi scompongo continuamente cercando di avanzare in modo continuo e meccanico nelle varie direzioni ipotizzate. Questo innesco avvenuto molti anni fa sembra essere un lento, mastodontico, fragile e complesso macchinario.
Installation view del progetto di Denis Riva per "La via della Lana" al Lanificio Paoletti, 2018
"Ho sempre dedicato tutto all’arte,
non c’è distinzione, ma fusione."
non c’è distinzione, ma fusione."
Sopra e in copertina: ritratto dell'artista e scatto del suo studio di Wundercamera Lab. CONOSCI L'ARTISTA
LM
L’uomo, nella tua visione, è complice o vittima della natura. Oppure è la natura a subire l’uomo? Come percepisci questa interazione?
DR
La mia visione sul tema non è univoca. Potrei dire entrambe le cose, l’uomo può subire la natura e viceversa, ma la verità è che la natura prosegue immutabile il suo corso, ed è la percezione dell’uomo a cambiare in base al suo stato d’animo.
LM
E qual è la relazione tra l’arte e la vita privata?
DR
Ho sempre dedicato tutto all’arte, non c’è distinzione, ma fusione.
DENIS RIVA, "Acqua che vuoi diventare" e installation views della mostra da Cellar Contemporary, 2019. VISITA LA MOSTRA
LM
Hai altre collaborazioni attive?
DR
Da alcuni anni il mio studio è all'interno del Lanificio Paoletti, una realtà con cui collaboro alla rigenerazione di alcuni spazi in disuso e alla realizzazione di diverse mostre e residenze. Dallo scarto di produzione sta anche nascendo “Ricampionario”, un progetto che ha l'obbiettivo di creare capi unici che nascono dall'interazione tra sarti e artisti.
"La carta è la prima materia su cui facciamo i nostri segni, su cui disegniamo da piccoli, che ci accompagna per tutta la nostra vita. Per me è sacra."
Installation view della mostra ARTE FORTE a Forte Larino, 2018. VISITA LA MOSTRA
LM
Quali sono i tuoi materiali preferiti? C’è qualche ambito che vorresti esplorare?
DR
I materiali che preferisco sono la carta e il legno, ma in generale adoro osservare, recuperare e rielaborare materia abbandonata. Mi piacerebbe lavorare in modo più continuativo con la scultura, con materiali che ho testato negli anni passati ma che per questioni logistiche e di tempo non ho mai approfondito, come la ceramica e il vetro.
LM
Perché la carta?
DR
La carta è la prima materia su cui facciamo i nostri segni, su cui disegniamo da piccoli, che ci accompagna per tutta la nostra vita. Per me è sacra. È un ottimo materiale su cui lavorare. Riesco a gestirla, manipolarla e trasformarla con piacere, è bella da toccare. Sulla carta dipingo direttamente, oppure la ritaglio e utilizzo la tecnica del collage, continuando a stratificare, a sovrapporre, a rovinare e a “medicare” con altra carta, dando alle cose forme nuove.
Serie realizzata su carta Santara in occasione del Premio SetUp. ESPLORA LA SERIE

LM
Le cromie delle tue opere sono piuttosto varie e articolate. È tecnica o ispirazione sentimentale?
DR
Nei colori che uso non c’è una simbologia specifica, a volte ci sono delle riflessioni, ma restano in secondo piano rispetto all’opera stessa. Il colore prende poi molteplici forme; viene continuamente separato e sovrapposto, bruciato, grattato. A volte riemerge in grandi spessori nuovo, pieno, pulito. Dalla pulizia dei pennelli nasce il mio“lievito madre”, un colore fluido, sporco, un grigio irripetibile denso di microscopici frammenti che spesso utilizzo per disegni senza contorni.
LM
Quali sono le tue ispirazioni artistiche?
DR
Sono molto concentrato sulla mia ricerca, non ho mai preso spunti consapevolmente, ho degli stimoli visivi che inconsciamente rielaboro, ma non necessariamente provengono dall’arte. Sono legato all’antico, affascinato dall’arte primitiva e dai canoni egizi in particolare; mi piacerebbe prima o poi fare un progetto sull’Egitto. Solitamente vengo ispirato dalle macchie d'olio sull'asfalto, e dai muri scrostati.
LM
E le tue ambizioni?
Se fare l’artista è un'ambizione.
E le tue ambizioni?
DR
Se fare l’artista è un'ambizione.
Video portrait dell'artista di Diego Gavioli