ANGELO MAISTO IN RESIDENZA A SALERNO

L'artista è in mostra al Museo Diocesano per il progetto "La Società della Stanchezza"



A Salerno si è svolto nel mese di aprile il progetto Dispositio ex clausione linearum, una residenza d'artista presso il Museo Diocesano di Salerno, che dal 19 maggio ha aperto al pubblico con la mostra dei lavori prodotti, dal titolo: La Società della Stanchezza. Il progetto è stato ideato da Marcello Francolini, e curato dallo stesso insieme a Fabio Avella, presidente dell'Ass. Collaterart e con il Direttore Don Luigi Aversa del Museo Diocesano, un percorso tra arte e meditazione, tra spiritualismo e contemporaneità. Protagonisti il trio di artisti composto da: Antonio Finelli, Angelo Maisto e Dario Agrimi, che sono stati chiamati ad articolare una seria e attenta visione dell'uomo contemporaneo, utilizzando la capacità del disegno di figurare mondi, come fu già inteso nella tradizione medievale, da Bonaventura da Bagnoregio.



È stato un lavoro di isolamento rispetto al frastuono della società attuale. Proprio essa, la società lì fuori, è stata analizzata da diverse prospettive grazie all'intervento di pensatori e intellettuali che, nei giorni hanno condotto degli incontri con gli artisti: il Direttore (Don Luigi Aversa); lo psicologo (Dr. Lucio Buonomo); l'antropologo (Dr. Vincenzo Esposito); il teologo (Padre Giuseppe De Vincentiis).

Tutto ciò ha arricchito l'elaborazione formale della grande allegoria La Società della Stanchezza, un trittico su tavola di 360 cm x 252 cm, realizzato come espressione finale del periodo di clausura condotto nelle sale del Museo.



In contemporanea al lavoro collettivo, ogni singolo artista, ha prodotto 10 lavori individuali. Ogni disegno è stato realizzato su carta d'Amalfi, grazie al contributo della storica cartiera Amatruda. Dunque il progetto auspica un'esperienza comunitaria multiculturale che metta insieme pensatori di diversi ambiti al fine di potenziare la capacità di analisi dell'artista; ma vuole anche costruire un ponte, in modo da creare una zona di confronto tra l'arte e la chiesa contemporanea.



Un progetto complesso, quello di Francolini, articolato in modo da creare una partecipazione attiva dell'ente ecclesiastico nel mecenatismo dell'arte presente. Dunque non solo conservazione, ma committenza. Dispositio ex clausione linearum è stato sviluppato per mantenere una continuità con la tradizione. In effetti con la mostra viene presentato un grande trittico che entrerà in collezione permanente apportando una continuità storica che da ora, parte dagli avori medievali fino alla Società della Stanchezza, creando al tempo stesso valore sia culturale che economico.

Ma infine, la Società della Stanchezza prende parte della sua riflessione dall'omonimo libro del filosofo Byung-Chul Han, e di conseguenza è anche una risposta, come sottolinea l'ideatore, all'arte ufficiale secondo tre ordini di cose:

Reazione: Opposizione alla matematizzazione della logica che vede ormai consolidato come Sistema Ufficiale dell'Arte il linguaggio astratto nella maggior parte delle poetiche contemporanee; Ritorno allo specchio: Non dico che era ora, ma di sicuro si sentiva il bisogno di "richiudere il quadro", l'ibridazione dell'opera è ormai giunta ad un alto livello di saturazione, per cui il suo linguaggio frammentato si mescola con la frammentazione stessa dell'apparato sociale strutturando cosi un modo d'assimilazione ambiguo dell'opera d'arte che spesso ridiscende sul livello dell'intrattenimento puramente estetico. Riportare il discorso sull'evidenza dell'immagine sino alla sua scarnificazione e deformazione è un atto che ci costringe a tornare di fronte allo specchio, a riconoscerci; Innovazione: In questo senso non pensiamo certo ad una innovazione in termini di novità di linguaggio, intendiamo per innovazione un procedimento artistico che rinnova quell'impulso a riflettere dell'uomo: l'opera d'arte è intesa qui come un'apertura a se stessi.




LA SOCIETA' DELLA STANCHEZZA
Dario Agrimi, Antonio Finelli, Angelo Maisto
A cura di Marcello Francolini e Fabio Avella
Museo Diocesano di Salerno, Largo Plebiscito 12, 84121 Salerno (SA)