LAURINA PAPERINA NEW ASHTRAYS

La nuova sfida artistica di Laurina Paperina, che dà vita a un’ulteriore sfumatura del suo linguaggio e della sua creatività.



Laurina Paperina è una papera con una testa umana e viceversa. Dipinge, disegna, crea installazioni e animazioni video. Partendo da un oggetto d’uso comune, un posacenere,


l’artista trentina porta nel suo universo un “guilty pleasure” condiviso da molti umani, trasformandolo non solo in un oggetto d’arte, ma anche in un medium portatore di un messaggio provocatorio e irriverente.





Nascono così i due nuovi protagonisti del mondo di Laurina Paperina, tondi, colorati, perché con lei non tutto è quello che sembra.

“This is not an Ashtray” e “I Forgive You”, i due posacenere d’artista in edizione limitata, 50 e 50, per un totale di 100 pezzi in esclusiva per Cellar Contemporary, siglano un nuovo legame tra Laurina ed il suo pubblico, enfatizzando ancora di più l’ironia dell’artista davanti ad un peccato diffuso e condiviso: fumare.




THIS IS NOT AN ASHTRAY
The Blue Ashtray


Laurina Paperina trasforma il posacenere in un oggetto d’arredo, anzi in qualcosa di più, un vero e proprio Santo Graal del peccato umano: This is not an ashtray!






I FORGIVE YOU
The Pink Ashtray


L'artista si cala nella figura virtuale di una vera e propria divinità che perdona gli esseri umani del loro peccato e che ricorda loro le conseguenze, da qui il titolo “I Forgive You”.






Dal 2007, Laurina Paperina, con la serie di lavori dal titolo “How To Kill the Artists” si è fatta conoscere da molti, alimentando anno dopo anno questo suo personale mondo parallelo, ma soprattutto portando avanti un messaggio molto importante per lei e per la sua arte. Una vera e propria vendetta nei confronti dell’arte contemporanea e di quegli artisti che ormai, arrivati all’apice del successo, vengono osannati dalla critica.

L’artista non concede il perdono ai colleghi del suo stesso settore, come vediamo in "How To Kill The Artists", ma con i due posaceneri, "I Forgive You" e "This is not an Ashtray" perdona l’umano del suo peccato.


Un elemento d’arredo provocatorio che con i suoi colori tenui e le sue dimensioni generose ci ricorda ancora una volta l’ironia ed il sarcasmo dell’artista trentina.